Il Counselling Familiare e di Coppia
La nascita del neonato, quindi la nascita del Ciclo Vitale della persona, ha inizio con una “separazione”: la separazione biologica dalla madre. Anche il successivo sviluppo è un progressivo processo di differenziazione nel quale, attraverso tutta una serie di “separazioni”, l’individuo definisce una propria identità.
Gli studi sul sistema familiare hanno messo a punto due modelli esplicativi, l’uno di tipo longitudinale, basato quindi sullo sviluppo nel tempo del sistema, e l’altro di tipo trasversale, basato sull’analisi dei rapporti intergenerazionali.
Il primo è il modello del Ciclo Vitale della famiglia, il secondo quello della Famiglia Trigenerazionale.
La famiglia dal suo formarsi attraversa tutta una serie di fasi che costituiscono quello che è appunto definito Ciclo Vitale, determinato da una serie di fattori che attengono alla sfera psicologica, a quella sociale e a quella biologica.
Le fasi che costituiscono il Ciclo Vitale possono schematicamente essere individuate nella costituzione della coppia, nella nascita dei figli, nel processo di crescita di questi, nel loro uscire dalla famiglia, nella coppia senza più figli, sino alla morte dei coniugi. All’interno di queste fasi potrebbero a loro volta essere individuate delle altre fasi. Ogni fase presuppone l’accadere di un evento critico (nel senso più generale del termine e quindi non solo negativo) che determina un processo di regolazione (che può essere funzionale o disfunzionale) e che impone a sua volta dei compiti di sviluppo.
Il Counselling di Coppia e Familiare si configura come un intervento che si rivolge a coppie (neo genitori, genitori affidatari, genitori adottivi) e famiglie in difficoltà con l’obiettivo di supportarle nel processo di cambiamento, quindi di crescita, attraverso la destrutturazione del precedente equilibrio relazionale e la riorganizzazione delle relazioni familiari.
In quest’ambito la funzione principale del counseling è quella di “facilitare l’integrazione e l’ampliamento delle risorse interne alla famiglia durante i processi d’adattamento sollecitati dai compiti evolutivi che caratterizzano il ciclo di vita della famiglia”( Fruggeri 1997).
Ciò che caratterizza la famiglia “normale” da quella “patologica” non è quindi l’assenza di problemi ma la capacità di affrontare eventi sconosciuti ed adattarsi a situazioni nuove con modelli alternativi di funzionamento più adeguati alla nuova fase (i cosiddetti compiti di sviluppo).
Oltre ai cosiddetti eventi critici normativi, ossia i normali processi di sviluppo che la maggior parte delle famiglie incontra lungo il suo ciclo vitale (nascita di un figlio, adolescenza, etc.), esistono degli eventi critici paranormativi (morti premature, nascita di figli con handicap, malattie, separazioni, etc.) che, seppur frequenti, restano inattesi, imprevedibili, determinando un maggior carico di stress da superare.
Ogni evento, normativo o paranormativo che sia, resta pur sempre un evento critico, nel senso che costituisce in ogni caso un fattore di “crisi familiare” precedente una successiva riorganizzazione o disorganizzazione del sistema.
Pensiamo, per esempio, ad una malattia cronica. Raramente un paziente entra nella malattia da solo. Anche se si ammala da solo, tutti gli altri membri della famiglia risentono immediatamente delle conseguenze: la malattia, infatti, modifica spesso in misura significativa i ritmi e le abitudini di vita quotidiana di tutti e porta un “attacco invisibile” proprio al tessuto familiare che tiene uniti i membri fra loro (de Bernart R., La formazione all’approccio biopsicosociale: l’esperienza italiana. In: Cigoli V, Mariotti M, eds. Il medico, la famiglia e la comunità. Milano: Franco Angeli Editore, 2004: 171-83).
In generale il ruolo del coniuge e degli altri familiari presenti nel nucleo, il loro sistema di atteggiamenti e di comportamenti, risultano essenziali nel favorire o, invece, nel rendere più difficili sino a contrastare l’adesione ai programmi di cura, il raggiungimento degli outcome riabilitativi e il reinserimento sociale e occupazionale del paziente stesso ( La malattia cardiaca cronica come evento critico familiare. Silvana Rocchi, Antonella Boraso, Ornella Bettinardi, Claudio Ghidelli).
La famiglia ha un’influenza rilevante su ogni suo componente e può contribuire in modo significativo alla riabilitazione di un paziente. Un interesse scarso e superficiale, come pure un atteggiamento iperprotettivo e ansiogeno da parte della famiglia, possono portare ad una cronicizzazione della malattia, a ricadute e persino ad un aggravamento.
La diade medico-paziente è un’illusione, dato che i membri della famiglia del paziente influiscono pesantemente su questa relazione.
Essi possono condizionare inizialmente la scelta del medico e successivamente influenzare con commenti o azioni le aspettative di cura, la diagnosi, le terapie prescritte, sostenendo, o al contrario, sminuendo il rapporto fra il paziente e il medico ( Il “triangolo terapeutico” proposto da de Bernart) .
Già dal primo momento si viene perciò a creare un “triangolo terapeutico” di cui il medico deve essere consapevole, per poterlo utilizzare nel modo migliore nell’interesse del paziente stesso.
Il Counselling assume, in questo ambito, un ruolo fondamentale: in una prima fase, per identificare risorse ed eventuali relazioni disfunzionali e, successivamente, per poter supportare la famiglia nei momenti di crisi.
Per “risorsa” non s’intende tanto il possesso di un bene oggettivo (status, denaro ecc…) ma l’abilità della famiglia nell’utilizzare nel miglior modo possibile:
Le risorse personali, quelle possedute dai singoli membri della famiglia come lo stato di salute, l’istruzione, le caratteristiche di personalità ecc…
Le risorse familiari, che riguardano in particolare lo stile di funzionamento, vale a dire il modo in cui la famiglia “gestisce e integra i bisogni di unità e stabilità con quelli di crescita trasformazione e autonomia” (Malagoli Togliatti 2002).
Le risorse sociali, quelle che emergono dal rapporto con l’ambiente sociale in cui la famiglia è inserita: le relazioni con gli amici, i parenti, i vicini, le scuole, i servizi socio-sanitari e quanti contribuiscono significativamente al modo in cui la famiglia supera determinati momenti.